Salute e malattia
1. Composizione chimica:
- Cellulosa:la cellulosa è un polisaccaride composto da unità di glucosio legate da β-(1-4).
- Glicogeno:il glicogeno è un polisaccaride ramificato composto da unità di glucosio legate α-(1-4) e α-(1-6).
2. Specificità enzimatica:
- Gli esseri umani sono privi di cellulasi, un enzima capace di rompere i legami glicosidici β-(1-4) della cellulosa.
- Gli esseri umani possiedono diversi enzimi amilolitici (ad esempio amilasi e glucosidasi) specializzati nell'idrolizzare le unità di glucosio legate al α nel glicogeno.
3. Complessità strutturale:
- I legami glicosidici β-(1-4) della cellulosa formano una struttura rigida e cristallina, che la rende resistente alla degradazione enzimatica.
- La struttura ramificata del glicogeno, con legami α-(1-6) che interrompono le catene lineari α-(1-4), consente un più facile accesso e idrolisi da parte degli enzimi.
4. Rilevanza dietetica:
- La cellulosa, presente nelle pareti cellulari delle piante, è un componente importante della fibra alimentare per gli animali erbivori con microbi intestinali specializzati nella produzione di cellulasi.
- Il glicogeno, immagazzinato principalmente nel fegato e nei muscoli scheletrici degli animali, funge da riserva energetica facilmente accessibile per il metabolismo umano.
5. Metabolismo del glicogeno:
- Il glicogeno viene scomposto attraverso il processo di glicogenolisi per rilasciare molecole di glucosio nel flusso sanguigno quando il corpo ha bisogno di energia.
- Le unità di glucosio nel glicogeno vengono scisse sequenzialmente da enzimi come la glicogeno fosforilasi e gli enzimi deramificanti per produrre glucosio-1-fosfato e glucosio libero.
In sintesi, il corpo umano può idrolizzare il glicogeno ma non la cellulosa a causa dell’assenza dell’enzima necessario (cellulasi) per scomporre gli specifici legami glicosidici β-(1-4) presenti nella cellulosa. Al contrario, il glicogeno può essere idrolizzato in modo efficiente dagli enzimi amilolitici per fornire glucosio per il metabolismo energetico.
L'ipoglicemia