Salute e malattia
Ecco alcuni esempi di relazioni duali:
* Un consulente e un cliente frequentano
* Un consulente ed ex cliente diventano amici
* Un consulente e un cliente che fanno affari insieme
* Un consulente e un cliente che vivono nello stesso quartiere e socializzano
Le relazioni duali possono essere dannose per la relazione terapeutica in diversi modi. In primo luogo, possono creare un conflitto di interessi che può rendere difficile per il consulente fornire un’assistenza obiettiva e imparziale. Ad esempio, un consulente che esce con un cliente potrebbe avere meno probabilità di confrontarsi con il cliente su questioni difficili o di stabilire limiti appropriati. In secondo luogo, le relazioni duali possono danneggiare la fiducia del cliente nel consulente. Se un cliente ritiene che il consulente non stia agendo nel suo migliore interesse, potrebbe essere meno propenso ad aprirsi e condividere informazioni personali. In terzo luogo, le relazioni duali possono portare allo sfruttamento del cliente. Se un consulente ha una posizione di potere su un cliente, potrebbe essere in grado di utilizzare tale potere per trarre vantaggio dal cliente in qualche modo.
In alcuni casi, le doppie relazioni possono essere inevitabili. Ad esempio, un consulente può vivere nella stessa comunità di un cliente o lavorare con un cliente amico di un amico. Tuttavia, quando si verifica una doppia relazione, è importante che il consulente adotti misure per ridurre al minimo i potenziali rischi. Questi passaggi possono includere:
* Divulgare il duplice rapporto con il cliente e ottenere il consenso informato
* Stabilire confini chiari
* Evitare qualsiasi situazione che possa creare un conflitto di interessi
* Fornire al cliente l'opportunità di chiedere consulenza a un altro fornitore se si sente a disagio
Le doppie relazioni sono generalmente considerate non etiche e dovrebbero essere evitate. Tuttavia, quando si verifica una doppia relazione, è importante che il consulente adotti misure per ridurre al minimo i potenziali rischi.
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