Salute e malattia

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Come trattava l'esercito la febbre tifoide nella prima e nella seconda guerra mondiale?

Prima Guerra Mondiale

Durante la prima guerra mondiale, la febbre tifoide fu una delle principali cause di malattia e di morte tra i soldati. Nel 1914 si contarono circa 1 milione di casi di febbre tifoide tra le truppe britanniche, con oltre 100.000 morti. La malattia costituì un grosso problema anche per gli eserciti francese e tedesco.

Il trattamento principale per la febbre tifoide durante la prima guerra mondiale era la terapia di supporto, che comprendeva riposo, liquidi e una dieta nutriente. In alcuni casi sono stati utilizzati antibiotici, ma questi non erano ampiamente disponibili e non sempre erano efficaci.

Per prevenire la febbre tifoide, i soldati venivano vaccinati contro la malattia. Il vaccino non è stato efficace al 100%, ma ha contribuito a ridurre il numero di casi. Inoltre, ai soldati è stata insegnata l’importanza dell’igiene, come lavarsi le mani ed evitare cibo e acqua contaminati.

Seconda Guerra Mondiale

Durante la seconda guerra mondiale, la febbre tifoide era ancora un problema per i militari, ma non era così diffusa come durante la prima guerra mondiale. Ciò era dovuto in parte al maggiore uso di antibiotici, che ora erano più efficaci e ampiamente disponibili . Inoltre, i soldati erano meglio istruiti sull’importanza dell’igiene e avevano accesso a migliori strutture igienico-sanitarie.

Il trattamento principale per la febbre tifoide durante la seconda guerra mondiale era ancora la terapia di supporto, ma ora gli antibiotici venivano usati più frequentemente. Gli antibiotici più comunemente usati erano la penicillina e la streptomicina. Questi antibiotici erano efficaci nel trattamento della febbre tifoide e contribuivano a ridurre il numero di decessi dovuti alla malattia.

Per prevenire la febbre tifoide, i soldati venivano vaccinati contro la malattia. Il vaccino si è rivelato più efficace di quello utilizzato durante la prima guerra mondiale e ha contribuito a ridurre ulteriormente il numero di casi. Inoltre, ai soldati veniva insegnata l’importanza dell’igiene e avevano accesso a migliori strutture igienico-sanitarie.

Grazie a queste misure, alla fine della seconda guerra mondiale la febbre tifoide non fu più un grosso problema per i militari.