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È possibile contrarre l'Escherichia coli dalla biopsia della prostata?

È molto raro, ma sì, è possibile contrarre l'E. coli da una biopsia della prostata. L'Escherichia coli (E. coli) è un tipo di batterio che vive comunemente nell'intestino degli esseri umani sani. Anche se in genere non è dannoso, può causare infezioni se entra in altre parti del corpo, come il tratto urinario o la ghiandola prostatica.

Durante una biopsia prostatica, un ago sottile viene inserito nella ghiandola prostatica per raccogliere campioni di tessuto da esaminare. Se l'ago non viene sterilizzato correttamente o se la pelle attorno al sito di iniezione non viene pulita adeguatamente, i batteri E. coli possono essere introdotti nella ghiandola prostatica, causando un'infezione.

I sintomi della prostatite da E. coli possono includere:

- Difficoltà a urinare

- Dolore o sensazione di bruciore durante la minzione

- Frequente bisogno di urinare

- Urina torbida o maleodorante

- Febbre e brividi

- Dolori muscolari

- Fatica

Se avverti uno di questi sintomi dopo una biopsia prostatica, è importante consultare immediatamente il medico in modo che l'infezione possa essere trattata. Il trattamento prevede in genere antibiotici e antidolorifici. Nella maggior parte dei casi, la prostatite da E. coli può essere trattata con successo con antibiotici e l’infezione non causa alcun danno permanente alla ghiandola prostatica.