Salute e malattia
La chemioprofilassi della tubercolosi si riferisce all'uso preventivo di farmaci per ridurre il rischio di sviluppare la malattia tubercolare attiva (TBC) in individui che sono stati esposti a qualcuno con tubercolosi o che hanno determinati fattori di rischio per lo sviluppo della tubercolosi.
Si tratta dell’assunzione di antibiotici specifici, solitamente isoniazide (INH), per un periodo di tempo per uccidere o prevenire la crescita dei batteri Mycobacterium tuberculosis che possono essere presenti nel corpo. Prevenendo la progressione dell’infezione tubercolare latente (LTBI) verso la tubercolosi attiva, la chemioprofilassi mira a ridurre il carico complessivo della tubercolosi e prevenire l’ulteriore trasmissione dei batteri.
La chemioprofilassi è generalmente raccomandata per le persone che hanno avuto uno stretto contatto con qualcuno con diagnosi di tubercolosi attiva, come familiari o operatori sanitari. Può anche essere raccomandato a soggetti con determinate condizioni mediche o fattori di rischio che aumentano la loro suscettibilità allo sviluppo della tubercolosi, come:
- Infezione da HIV
- Diabete
- Nefropatia
- Cancro
- Destinatari di trapianto di organi
- Donne incinte che sono state esposte alla tubercolosi
Quando prescritto, la durata e il regime specifico della chemioprofilassi dipendono da vari fattori, tra cui l'anamnesi dell'individuo, le potenziali interazioni farmacologiche e la prevalenza della tubercolosi nella comunità. Il monitoraggio e il follow-up regolari sono importanti durante la chemioprofilassi per garantire l'aderenza al regime terapeutico, gestire gli effetti collaterali e valutare eventuali segni di malattia tubercolare attiva.
Utilizzando la chemioprofilassi, gli operatori sanitari possono ridurre attivamente il rischio di tubercolosi nei soggetti ad alto rischio e contribuire alla prevenzione e al controllo della tubercolosi a livello comunitario.
chemioterapia